Incontro a due voci ad Urbino. Antonio Albanese/Ilvo Diamanti.Maestro di vita e d'arte/Cattivo maestro..

Simpatico ed informale l'happening di ieri pomeriggio con Diamanti e Antonio Albanese (che personalmente seguo dai tempi del tifoso foggiano Frengo fino al ministro della Paura..un mito assoluto)..Si, perchè proprio di happening, appuntamento rilassato, possiamo parlare. Rilassati, forse un pò troppo, anche i due convitati d'obbligo (di vero obbligo): il rettore uscente e il preside di facoltà che, come lui, giorno dopo giorno, si assottiglia quasi alla ricerca naturale di un'intrasparenza che la sua gestione contribuiscono ad alimentare. Due grandi personaggi, direi necessari per dare un tocco di formalità che, non capisco come e perchè, debba sempre entrare, a volte invadendo il campo di eventi che sarebbero certamente belli e ricchi di contenuti anche senza la loro partecipazione..Magari guadagnerebbero la partecipazione ed il plauso di coloro che, proprio data la presenza di Mimi e Cocò ( o Cric e Croc, tanto per citare il Diamanti battutista mancato), per principio, se ne tengono accuratamente alla larga..Entrambi saranno, in ogni caso e fortunatamente, ricordati per ben altro che le loro partecipazioni rituali ad eventi di cui, mi sento di dirlo con un buon grado di libertà ed onestà intellettuale, se ne fottono altamente...Mentre i due mancati comici del varietà antropologico urbinate si menavano il can per l'aere, Diamanti e Albanese hanno dato vita ad una vera e propria lezione di filosofia, filosofia del vivere. Ho scoperto un uomo più che un comico. Trasparente, modesto. Completamente il contrario di ciò che si aspetterebbe da un caratterista di lungo corso come lui. Ci ha portato con delicatezza, a volte commuovendo, a volte con sorriso, nella vita pura e dura di un uomo del sud, emigrato, ricco di idee e povero di possibilità. Un uomo che da quell'indigenza ha imparato a campare, ad arrangiarsi, a non legarsi alla materialità delle cose, scendendo al di sotto della superficie patinata delle cose. Una personalità profonda, una mente acuta, uno sguardo da sociologo. In fondo, un pò tutti gli artisti, soprattutto coloro che fanno teatro, sono dei sociologi, studiosi di casi di vita e di esistenze strane, passeggere. Attraverso la sua carriera, ripercorsa con grande ricchezza di passaggi interiori, è stato possibile ricostruire la schizzofrenica storia degli anni ottanta, l'austerity della prima metà degli anni novanta, la ricrescita dei consumi e la globalizzazione fin de secle, così come la crisi della politica e della rappresentatività democratica degli anni più vicini all'oggi.....Un vero spasso, un'autentica ed improvvisata lezione di storia della vita. Di una vita attraverso la Storia come rappresentazione collettiva...

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