Mi sono ritrovato a parlare d'ammmore....
Urbino città(senza)campus.....
Oggi pensavo......ad oggi!
Esistono persone che impostano la propria vita sulla capacità di farsi scivolare le cose di dosso. Anche le più brutte. Persone orientate al fine, che non badano al mezzo. Della serie “costi quel che costi..”. Esistono, poi, altre persone che campano su rendite di posizione, cullandosi in parte su quello che si è fatto in tempi ormai lontani, in parte, su tutti quelli che nel tempo si è riusciti a “conquistare”. Il Re che guadagna pedine degli scacchi, rivendicando il proprio potere, oggettivandolo nelle cose che possiede. Nell’accondiscendenza delle persone che sottomette. E la cosa, forse, più brutta di tutto sto meccanismo è che è proprio un cane che si morde la coda. Non se ne esce. Un Narciso che si specchia nel fiume e non riesce a distogliere lo sguardo dalle sue sembianze. Troppo bello, troppo affascinante, troppo seducente per potersene distaccare. E allora?. Allora tutto scorre, si riproduce. L’autopoiesi di un potere che chiama altro Potere. E quando credi che la tua vita sia, anche quella, una riproduzione di meccaniche più o meno note in cui, a cambiare, sono le persone e/o l’ambiente, il teatro del loro svolgimento t’accorgi che non hai ancora visto tutto. E che, forse, non hai ancora subito tutto quello che la vita ha in serbo per te. Non voglio fare il romantico e nemmeno il nostalgico dei bei tempi andati. Magari ce ne sono in programma di molto migliori. Per ora, prendo solo atto del potere di determinate cose, persone, situazioni di indebolire convinzioni, energie, desideri. Un po’ come l’aspirante ricercatore che, dopo tanti tentativi andati male e perennemente stressato dalle logiche dell’ambiente, decide di scambiare la sua dignità o, peggio, la sua libertà per ottenere finanziamenti o magari il proprio nome in calce ad un progetto di ricerca. E chi ci troviamo dall’altra parte, al centro esatto dell’ambiente?...Il Potere, di nuovo. Non c’è niente da fare, mi dicono, se vuoi libertà devi guadagnartela. Se aspiri a realizzarti devi acquisire furbizia ed anche un pizzico di superficialità. Questi gli ingredienti per superare con astuzia le difficoltà della vita, della professione. Sono nato e cresciuto in posti, tra persone che mi hanno sempre riempito la testa dicendomi che le cose sarebbero rimaste così, per sempre, che nulla sarebbe servito a cambiarle. E, proprio per questo, sono cresciuto con un inveterato odiato verso l’accettazione acritica degli status quo, verso ogni forma d’inerzia intellettuale. Ci metto poco a capire le logiche del potere (sono cresciuto nel mezzo di un coacervo indistinto di poteri!), ma, ci metto tanto (forse troppo) ad adattarmi alle necessità di un potere. Specie di quello che campa di rendita. Qualcuno capirà quello che sto scrivendo, qualcun altro si limiterà ad usare queste parole per rileggere esperienze personali, la propria quotidianità magari. Quella quotidianità in cui forse troppe persone sono talmente affondate da non riuscire più a distinguere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che non lo è. L’obiettività non esiste, ci mancherebbe. Ma in nostro soccorso subentra immediatamente (almeno dovrebbe) il buon senso, il rispetto, la comprensione. Magari sono proprio io a non conoscere il significato reale di queste parole, a non applicare la sostanza di ciò che rappresentano. Se fino ad ora non l’ho fatto, me ne scuso. Mi scuso con tutti coloro a cui ho reso triste la vita o anche solo una giornata. Ma solo oggi mi rendo conto di cosa tutto questo significa. Tuttavia, non sono così ingenuo da credere davvero che ci sia un meccanismo virtuoso per cui, visto che chiedo scusa e faccio ammenda, allora devo aspettarmi che gli altri lo facciano con me. E magari che il mondo diventi un posto migliore perché ho iniziato proprio io a dargli una ripulita. Macchè. Il mondo è tutta un'altra storia. Altro che schiavi ed ombre nella caverna. A volte, mi spaventa l’idea che sia tutto molto peggio. Chiedo scusa anche di tutto sto pessimismo cosmico, alla lunga annoia. Immagino. Ma mi gira così. Proprio così…Spero sempre che un possibile altrimenti mi risollevi. Sperare troppo, però, fa male al cervello. Anche questo l’ho imparato oggi.