VITA SONNOLENTA E RIFORME CHE NON VANNO...

Gli ultimi giorni sono trascorsi piuttosto sonnolenti,ma, la cosa più brutta è che anche quelli successivi sembra passerranno altrettanto soporiferi. Ci sarebbe l'ansia di una serie di esami, momenti di tensione e di confronto tra due menti. Tu da una parte, con le tue incertezze mezze confermate dall'ansia stampata sul volto dei tuoi colleghi, compagni di sventura. C'è il professore, autorità nel suo settore disciplinare, luminare che segna col terrore il suo territorio intellettuale. Emissario di scienza e di giustezza s'impone all'uditorio. Ci sarebbe tutto questo....in realtà niente c'è e pochi,anzi, nessuno ne lamenta l'assenza. C'era un professore che sosteneva che la comunicazione informativa autentica è quella tra professore ed alunno. Immersi in una lenta e lucida condivisione di valori, ideali. Storia che ti attraversa e ti infiamma. Io mi sento poco infiammato, ancora meno irritato dal "sistema" dell'istruzione. Ma quale pathos, quale empatica pedagogica....siamo una massa di coscienze spente che lamenta una lotta che non ha il coraggio di affrontare. Ci accontentiamo di poter dire che nel nostro piccolo giardino incantato siamo felici o, al peggio, ci sentiamo spesso piuttosto bene. Ma finisce tutto li dove, invece, dovrebbe iniziare qualcosa. Non mi aspetto niente di sessantottino,ma, quanto meno, una seppur lieve presa di coscienza mi spingerebbe già a cambiare la mia idea sul mondo e sulle sue possibilità evolutive. Riesco a trascorrere sempre meno tempo in facoltà perchè non respiro l'aria che vorrei sentire, non vedo le persone e le faccie corrucciate sui libri che mi aspetto sempre, come un rinato all'infinito, di ritrovare. Ed ogni volta mi illudo. Qui si parla di nuove tecnologie che, tra l'altro, appassionano anche me. Tuttavia ho la vaga impressione confermata dai miei stati d'animo che per correre dietro al progresso ci siamo persi un bel po di bagagli essenziali.....e non ci siamo nemmeno preoccupati di tornare indietro a riprenderli....Roba importante, beni di lusso,,da cassetta di sicurezza. Valori, passione, coinvolgimento. La mia generazione (per non parlare di quelle successive!!!) ha saltato delle tappe insaltabili ed inriproponibili nel corso della vita. Vedo connessioni neurali prive di ragionamento meditato, lungo, attento. Vedo che le cose che dovrebbero essere portatrici sane ed ispiratrici prime di senso....hanno, per prime, perso senso. Come in una specie di "Trionfo della morte" (quadro della fine del seicento..credo), vedi dinnanzi a te valori violati, mamme stuprate col bambino in grembo...vedi il caos ordinato che la morte porta con sè..E, allo stesso tempo, massimo esempio di distruzione e di una meravigliosa costruzione creativa che risorge dalle sue stesse ceneri sedimentate nel terreno invischiosito dal sangue di quei morti, di quei corpi, di quelle unicità irripetibili. Mi sembra che tutto faccia parte dello stesso discorso sul rifiuto che diventa norma, il tabù che si rovescia nel suo opposto. E lo fa davanti a tutti,mentre, restiamo sorprendentemente ammutoliti. Privi di una parola che, come rifiuto improduttivo, usiamo quando non serve con parole poco espressive di per sè, o, perchè pronunciate in contesti poco significativi. Bene, tra i contesti poco significativi, devo metterci la famiglia, il lavoro, la scuola, l'unversità. Se, in quegli ambienti, parli di lavoro, maturazione, creazione di coscienze vivaci, discipliante alla riflessione.....sei guardato male. Usi termini poco familiari, anzi, desueti. Il mondo si rovescia e tu non puoi non rovesciare il tuo cervello, il pensiero prepotente che da esso trabocca....Ma, così facendo, rovesci anche la realtà o, ne produci una visione rovesciata e rassicurante (e rovesciata perchè rassicurante!) che è, tuttavia, solo tua....Vostra!!!....Ci manca una sensazione autentica.....un trauma violento ed indelebile.Da lì solo saremmo potuti rinascere come generazione, società, collettivo,individuo...

LA SATIRA (che fa pensare) DI ORWELL.....

Sono appena riemerso da una full immersion in La fattoria degli animali di George Orwell. Bellissimo libro di storia, fantasia, attualità cogente e, a tratti, sana umanità. La terribile storia della Russia rivoluzionaria delle prime decadi del novecento ripercorsa con un fare fiabesco e straniante,ma, con effetti di lucida analisi della realtà, degni di ogni buona straniazione dal testo, dalla Storia trattata. Storia di uomini/animali, la storia che mescola in un coacervo indistinto l'uomo e l'animale,alla fine, doppia faccia della stessa, terribile medaglia. Puntellata da bassorilievi di depravazione, deprivazioni aberranti, lotta dell'uomo per l'uomo che, alla fine, si trasforma in marxiana lotta dell'uomo sull'uomo in un permanente quanto vagamente triste tentativo di sopraffazione..."homo homini lupus" hobbesiano ritorna. Una Russia devastata dalla più tragica esperienza di socialismo scientifico che il paese, l'europa, il mondo ricordi. Ma nella figura dei maiali totalitari ci ho visto un prepotente richiamo a tutte le logiche totalitarie che, ancor prima di essere una forma istituzionalizzata di potere politico, è parte della fisiologia dell'uomo che richiama, accondiscende alla propria natura bestiale...."animale sociale", ma, anche feroce predatore d'uomini e di cose. Ci ho visto Hitler nel fiscido, "umano" porcellino Napoleon che, con un golpe degno di ogni regime militare e totalitario, riporta ad un apparente ordine la fattoria degli animali, chiudendo la fase rivoluzionaria ed aprendo un triste periodo di barbarie, fame e rabbia collettiva....si ritorna alla vecchie ed odiata fattoria "Padron"ale... Ci ho visto la politica moderna, certo meno visibilmente "maiala" che in passata,ma, dagli effetti altrettanto deleteri per il sommo ed inalienabile bene comune; ancora oggi elevato a vessillo di battaglie combattute nell'interesse di tutti e di nessuno. Gli altri, la società, l'intelligenza collettiva, a seconda del periodo storico, sono sempre stati individuati come corpi indistinti e deformi per conto dei quali combattere, inveire, lottare. Ma, alla fine, tirando le somme del passato come del presente, le cose sembrano esser cambiate poco. Niente in confronto ai proclami rivoluzionari che nel tempo sono fioccati. L'Internazionale, la globalizzazione del malcontento e della lotta per una giustizia sociale diffusa, per un progetto di espansione di un bene comune planetario. Fallimenti, tragiche delusioni. Le stesse, concenti delusioni che quegli animali dallo sguardo tanto umano, provarono alla vista di un gruppo di uomini e maiali azzuffarsi per motivi di gioco, poco dopo aver stipulato un "solenne" accordo di non aggressione reciproca. Gli uni erano indistinguibili dagli altri, i maiali su due zampre scimmiottavano gli uomini. Litigiosi e chiassosi, striscianti e cani come animali.....porci!!.