L'UNIVERSITA' DI URBINO SI RISVEGLIA DA UN LUNGO SONNO (MA ANCHE NO).

Ore 11,oo..Aula blu della facoltà di Economia...Sembra che qualcosa si stia risvegliando...Il colpo d'occhio non mi ha lasciato indifferente: centinaia di studenti, rappresentanti dei presidi, dei professori, precari e di ruolo, dei ricercatori, dottorandi e associati, R.S.U...c'erano davvero tutti e quando dico tutti, intendo dire proprio tutti...Studenti giovani e vecchi, professori e ricercatori giovani e vecchi. Tanti e, come se non bastasse, anche ben distribuiti per fascia d'età, sesso ed estrazione sociale....Una vera e propria "San Sepolcro"...nell'accezione più sociale ed aggregativa dell'espressione...La fase di esposizione della legge, la spiegazione piuttosto dettagliata fornita dal prof. Ferrero, ordinario presso la facoltà di Economia, mi hanno illuminato, sbattendomi in faccia con una chiarezza violenta le ragioni del dissenso, le cause di un movimento dai connotati nazionali e dai contorni poco netti, prima!...Chiariti i dubbi, ma, moltiplicatesi le paure, a dismisura. Arrivati, quindi, al momento delle proposte studentesche, di colpo, mi sono sentito catapultato all'assemblea di studenti in movimento dello scorso martedì: striscioni, applausi frequenti, spesso ingiustificati, proposte sessantottine. Insomma: molta rabbia e poca lucidità per gestirla, canalizzarla in forme di dissenso reale, estreme e molto più che simboliche.
Aule autogestite, lezione all'aria aperta per coinvolgere una cittadinanza da sempre ottusa e lontana anni luce dai problemi dell'università come della popolazione studentesca...Sono stanco di sentire slogan già sentiti e capaci di fare breccia solo nei cuori di giovani matricole dalle belle speranze e dalle apparenze fisiologicamente romantiche...Chi ha un'esperienza consistente come e più della mia sa che:
1) I rapporti tra cittadinanza e studenti sono pessimi. C'è una chiusura al dialogo reiterata ed un'apertura alla partecipazione studentesca nell'amministrazione comunale, definita solo sulla carta (date uno sguardo allo Statuto del comune di Urbino!).
2) Cavalcare l'onda lunga della protesta nazionale contro la legge Gelmini è, per noi studenti dell'ateneo urbinate, una più o meno grossa presa per il culo.Si parla di questa riforma come di un qualcosa che ha rovinato o rischia di rovinare "la credibilità" e la "qualità dell'offerta formativa" dell'ateneo..."Qualità" ed "offerta formativa" che già da lungo tempo vivono un trend in continuo calo..Se si fosse più onesti e realisti, si ammeterebbe che la riforma è un mero specchietto per le allodole. L'imperativo deve essere: considerare e risolvere prima i problemi grossi ed interni all'università. Per, preoccuparci solo dopo, degli effetti a medio/lungo periodo che l'università subirebbe a seguito dell'approvazione della legge...Ora come ora, preoccuparsi della "Gelmini" equivale (per l'università di Urbino) a parlare ad una famiglia che non riesce nemmeno ad arrivare alla fine del mese, del drastico calo dei consumi di beni di lusso....Bisogna ridisegnare lo schema delle priorità!!.

2 commenti:

Luca ha detto...

Caro Mario,
secondo me tu pecchi di ira personale che ti porta a distorcere una logica sequenza causa-effetto delle cose. Te l'ho detto in privato e te lo ripeto in pubblico. Non foss'altro perché quello che pensi sono affari tuoi, ma su quello che scrivi nel blog almeno si può commentare.
Tu sei furioso (giustamente) per il pessimo servizio che hai ricevuto dall'Università di Urbino. In particolar modo (credo) ce l'hai con il tuo ultimo anno e mezzo di esperienza universitaria che è stata ben al di sotto delle tue (lecitee) aspettative. Bene. Giusto.

Ho provato a spiegarti le motivazioni tecniche ed economiche di quello di cui ti lamenti. Ci sono probabilmente colpe di singoli e di istituzioni nel loro complesso. Alla base di tutto c'è comunque una disponibilità di fondi assolutamente insufficiente chhe avrebbe forse dovuto suggerire che fare (male) sarebbe stato peggio che non fare.
Detto questo la protesta contro il decreto/ la legge Gelmini è obbiettivamente la vera priorità, anche per l'università di Urbino, anche per la facoltà di Sociologia, anche per il corso di laurea specialistica al quale sei iscritto. Perché se passa questa riforma puoi scordarti qualunque forma di "cambio di prospettiva". Puoi scordarti qualunque tentativo di "affrontare e risolvere i problemi". Quando riduci soldi che sono già scarsi non puoi chiedere i maggiori finanziamenti che sarebbero necessari per offrire all'ateneo (ed al tuo corso) le cose di cui ha bisogno. Quando blocchi il turn-over non puoi sperare che le lezioni che segui siano tenute da altri che non siano i soliti troppo vecchi per insegnare e/o professionisti sottopagati e demotivati.

Pensaci Mario.
Perhcè capisco che il tuo orticello ti sembri prioritario rispetto alla foresta intorno, ma quando la foresta va a fuoco le speranze di salvare il tuo orticello sono ben poche.

Sentenzioso ha detto...

SONO ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO CON TE LUCA E NON CREDO CHE LA GELMINI SIA UNA COSA SECONDARIA..LA MIA PROSPETTIVA E: SPERO CHE LE COSE NON SI CONFONDANO...SPERO CHE I PROBLEMI DELL'UNIVERISITA' NON TROVINO UN CAPRE ESPIATORIO ALL'ESTERNO DELLA STESSA UNIVERSITA'...MAGARI PROPRIO NELLA GELMINI..NON SONO NE PER IL "PIOVE GOVERNO LADRO" NE' PER IL RIDUTTIVO "NOT IN MY GARDEN"...DISCUTO SOLO DELLE POSSIBILI, OPINABILISSIME, PRIORITA'..MARIO